Testimonianza di Gina
Izett* all’Inchiesta Indipendente sulle malattie della Guerra del Golfo,
Londra, luglio-settembre 2004
13 ottobre 2004, tradotta dal tedesco
È difficile spiegare che cosa ti succede dentro quando noti che la
persona che ami tanto è tanto cambiata.
Ma lui non lo notava e io all’inizio non lo volevo ammettere.
Ma a un certo momento arrivi a un punto che devi essere onesta con
te stessa.
Ho provato in molti modi di dimostrargli che stavo dalla sua parte,
lavorando con lui e facendo gli straordinari e occupandomi dei bambini e
del lavoro domestico. Lui si
chiuse in se stesso sempre di più e in questo modo trascurava i bambini. Era molto difficile far capire ai bambini perché il loro papà
non era lo stesso di una volta e avevo bisogno di molta forza per tirare
avanti. Avrei potuto anche
mollarlo, ma lo amo troppo, per cui lo sostengo qualsiasi cosa succeda.
Le cose peggiori sono gli sbalzi d’umore e l’aggressività.
Qualche volta la situazione è peggiorata al punto che abbiamo
alzato le mani e ci siamo fatti male fisicamente.
È orribile quando è di buon umore e dieci minuti più
tardi è improvvisamente completamente diverso, triste o depresso o
aggressivo. È difficile
valutare come sarà un momento dopo e per me non è facile adattarmi a
tutte le situazioni da un momento all’altro.
Ci sono momenti che ti chiedi come sarà – tra qualche mese o
qualche anno, e riuscirò a tirare avanti tanto?
Ma io credo che avrò la forza e, quando penso che non ce la farò,
penso sempre che lui non è stato sempre così e che ancora non è così
nel profondo dell’anima, ma che lo hanno cambiato in questo modo.
Questo mi dà la forza di continuare a sostenerlo e di aiutarlo in
tutti i modi che posso.
Ho pianto tanto e ho passato tante notti senza dormire pensando perché
non può più essere come una volta, ma lui non tornerà mai più a essere
quello che era. Al contrario,
noto che continua a peggiorare, ma la cosa peggiore è che non ci posso
fare niente – solo sostenerlo, che certi giorni è molto difficile. Spesso non so come comportarmi con lui e mi sento insicura.
Qualche volta non so se gli do abbastanza sostegno o se potrei fare
di più. Ma poi mi chiedo:
Cosa? Cosa posso fare di più?
Ci sono dei giorni che mi sento così male fisicamente e moralmente che
penso: come fa lui a farcela giorno dopo giorno, perché come mi sento io
adesso è lo stato in cui lui è tutti i giorni.
Poi penso: devo star bene per lui e per i nostri figli. Adesso sono cresciuti e capiscono meglio, ma devo star bene
per loro e per mio marito. Lui
una volta mi ha detto che ammirava la mia forza.
Francamente non so da dove la prendo, ma sono felice di averla
ancora. Altrimenti penso che
la famiglia Izett non esisterebbe più.
Ma anche quando mi sento male, ce la faccio sempre a sostenerlo, a
essere al suo fianco. Ce la
farò a tirarmi su in qualche modo, come ce l’ho fatta negli ultimi anni.
È difficile descrivere come mi sento a qualcuno che non si è
trovato in una situazione simile - non lo capirà mai.
Adesso so perché molti matrimoni vengono distrutti come
conseguenza di questo tipo di situazione.
Ma spero moltissimo in una cosa: che il mio matrimonio duri. Lotto per questo come mio
marito lotta per i suoi diritti.
*Gina Izett è sposata con Alex Izett che si è ammalato dopo che gli sono
stati fatti nove vaccini in due giorni mentre prestava servizio
nell’esercito britannico nel 1991. Nel maggio del 2004 il suo
sciopero della fame di 40 giorni portò all'apertura dell'Inchiesta. |